martedì 18 giugno 2013

#Sweet Dreams 4


È notte e mi trovo a Paperopoli, di fronte al deposito di zio Paperone. Vedo i Bassotti disseminare materiale esplosivo tutto intorno per cercare di rubare i soldi all'interno, come d'usanza. Penso "perchè no?" E decido di dare loro una mano, passando al lato oscuro. L'unico materiale esplosivo a mia disposizione però pare essere un filo di mortaretti, che decido di disporre lungo tutti i lati del deposito...cercando di farlo aprire come "una scatola di tonno" (cit.). Sembro riuscirci, ma prima di poter vedere i soldi fuoriuscire zio Paperone si accorge delle mie malefatte e comincia a inseguirmi furioso. Scappando mi trovo improvvisamente in via San Gregorio a Milano, vicino al parchetto, in cui noto che hanno allestito una piscinetta di gomma con un trampolino altissimo, la gente deve lanciarsi e atterrare dentro la pozza d'acqua senza farsi male. Assisto a qualche tuffo in compagnia di zio Paperone, che pare essersi scordato del mio tentato furto, ma poi comincia a salirmi l'ansia che qualche partecipante possa spiaccicarsi al suolo e decido di cambiare aria. Improvvisamente sono fuori casa di mia zia Margherita, insieme alla mia famiglia, so che siamo stati da lei a trovarla (anche se un attimo prima ero altrove). Mia zia sta fuori dalla porta di casa, osservando la porta dell'ascensore col cartello "guasto". La salutiamo tutti facendole i complimenti per la sua sempre ottima cena e scendiamo le scale per andarcene, quando arrivo al piano terra zia comincia a chiamarmi per dirmi di salire di nuovo, che deve dirmi una cosa. Mi dice che la prossima volta che torno mi cucinerà un arrosto con patate, pasta con le vongole e altre cose buone, quindi le faccio notare che lo scorrimano sulle scale è tutto appiccicoso per colpa dei fumi che fa coi fornelli.


sabato 25 maggio 2013

DOMO MEA: Treulababbu

Al telefono con mia madre...
"Mamma, ho scoperto un film sardo!"
"Davvero fai? Bello? Come si chiama?"
"Treulababbu..."
"Come?"
"Treulababbu!"
"....E che vuol dire?"
"Saresti tu la sarda! Non sono i bambini che fanno tribolare i padri?"
"Aaah! E cosa stai dicendo allora? Triulai a su babbu intendi!"
"No, Treulababbu! Magari in altre parti della sardegna si dice così..."
"Aaah...Beru?"

La cosa divertente è che me l'ha sempre insegnato lei dei cambi di lingua di zona in zona nell'isola... :P

Ma parliamo del film:



Treulababbu (del regista Simone Contu) è un film indipendente, finanziato da diversi comuni sardi, diviso in due parti: "Sa regula" e "Su molenti de Oramala". Due storie molto diverse tra loro, il primo mediometraggio è po' una commedia degli equivoci, mentre il secondo è un fantasy quasi dark... ma nonostante le differenze di genere hanno in comune lo stesso significato: il mondo visto col cuore di un bambino.
SA REGULA: racconta di Efisio, un bambino a cui il padre regala una capretta. Non sa però che suo padre (sardo fiero legato alla sua terra, lingua e tradizioni) ha intenzione di far macellare il piccolo animale per la cena di Natale e costui non ha il cuore di dirglielo perchè sa quanto suo figlio sia legato a Conca Niedda (questo il nome della capretta). Piuttosto che affrontare il discorso però preferisce accampare scuse su scuse convinto che nascondere la dura e cruda realtà al piccolo Efisio sia la soluzione migliore, non tenendo in considerazione che i bambini sono molto più svegli di quanto gli adulti credano.
In questo mediometraggio ho vissuto tutti i racconti di mia madre, quando lei e i suoi fratelli si affezionavano a capretti, pecorelle, conigli e tortorelle che avevano in cortile a casa di mia nonna. Ci giocavano come se fossero bamboline, mettendoci addirittura cuffiettine colorate in testa e divertendosi a far finta che fossero loro figli...poi però arrivava il momento di uccidere quelle bestiole e mia madre e i miei zii hanno sempre cercato di sabotare i loro piani, ma c'era poco da fare, mio nonno aveva sempre la meglio e la carne sarebbe presto arrivata. Per vendicarsi nessuno di loro ha mai mangiato quella carne e mio nonno finiva la serata imprecando di aver speso un sacco di soldi per nutrirli e alla fine tutto si buttava nel cestino :P
SU MOLENTI DE ORAMALA: racconta di Vincenzo, un bambino che si trasferisce coi genitori da Roma in Sardegna. Fin da subito fa "amicizia" con una banda di monelli a cui fa una promessa: arriverà a scuola in groppa al suo cavallo bianco e sarà l'invidia di tutti. Purtroppo Vincenzo non ha un cavallo bianco e i suoi genitori non hanno intenzione di comprargliene uno, la soluzione gliela offre quindi la vecchia e inquietante Tzia Antona raccontandogli la storia di Oramala: un diavolo che esaudisce qualsiasi desiderio a chiunque gli riporterà l'asino magico rubatogli dalle anime dei bambini morti. Inutile dire che Vincenzo parte subito alla ricerca di questo diavolo, aiutato da due buffi nanetti.
Questo mediometraggio mi ha ricordato tutti i racconti inquietanti che mi raccontavano vecchine e parenti quando ero bambina: tipo Maria Puntaoru, che la notte del 31 ottobre passava per le strade della Sardegna col suo forcone ad aprire le pance dei bambini che la cena prima avevano mangiato spaghetti! Oppure Sa Stria (il barbagianni) che se si posava sul davanzale veniva a comunicarti che era morto qualcuno, o ancora quando mi raccontavano che se un cane ululava a lungo la notte qualcuno stava morendo. Cose che non ho mai scordato e che ora mi affascinano tantissimo ma allora mi terrorizzavano da matti!

Lo ammetto, questo film mi ha attratto sin dal trailer, sarà per le atmosfere tradizionali sarde a me familiari che si respirano dal primo all'ultimo minuto, sarà anche per l'utilizzo della lingua sarda per il 90% del film, sarà anche per gli effetti speciali BELLI... insomma è proprio un progetto interessante! 
Ho deciso quindi di acquistare il dvd dal sito internet ufficiale (www.treulababbu.it) per vedermelo... e devo ammettere che non ha deluso le aspettative! Le location sono belle, non ho avvertito particolare inesperienza da parte di nessuno degli attori (i personaggi Tzia Antona e Tziu Carrulu mi sono piaciuti molto) e le storie mi sembrano molto godibili anche per chi della Sardegna non conosce molto, forse solo in alcune scene ho avvertito un po' di lentezza (più che altro la parte del viaggio di Vincenzo alla ricerca dell'asino), ma niente di grave considerando che è il primo lavoro cinematografico del regista.
Il film è disponibile nelle sale della Sardegna già da marzo, da qualche settimana è sbarcato anche "in continente" facendo tappa in varie città, sul sito internet ufficiale linkato qualche riga sopra c'è l'elenco di tutte le città in cui sarà disponibile, i giorni e gli orari. A Milano sarà proiettato venerdì 31 maggio alle 20:00 all'UCI Cinemas Bicocca. (per chi non ha occasione consiglio l'acquisto online come ho fatto io, con 10 euro spedizioni comprese ho avuto il film in un paio di giorni).

Insomma consiglio a tutti la visione :)

domenica 28 aprile 2013

Sunrise

Oggi volge al termine la settimana di permanenza a Battipaglia (SA) a casa della famiglia del mio fidanzato Vito, da domani riprenderà la solita routine milanese... Oddio, in realtà no, dato che a maggio comincerò un nuovo lavoro (il vecchio l'ho mollato per brutte ragioni che, chi mi conosce, sa). Quindi tutto sommato questa volta la sensazione di ritorno a casa sarà differente rispetto gli ultimi 5 anni.
Venire a Battipaglia infatti per me ha sempre avuto un solo significato: scappare. 


Tra il 2009 e la fine del 2011, mentre io e Vito eravamo in piena relazione a distanza, questo luogo è stato il mio personale Shangri La... Il luogo di fuga ideale dalla mia possessiva famiglia che non mi permetteva di vivere serenamente. Questo posto mi permetteva di stare al sicuro, distante 900 chilometri da tutti quei problemi di vita quotidiana, ma l'effetto di questa piacevole droga ovviamente ha sempre avuto un termine... Di solito una settimana ogni tot di mesi. Dopo di che tutto sarebbe dovuto tornare come prima, era il giusto equilibrio delle cose, tipo rinascere dalle proprie ceneri come una fenice... Battipaglia era la mia cenere! Di conseguenza era tempo di risvegliarsi, riaprire gli occhi e prendersi le proprie responsabilità (il Re Leone insegna), Milano mi avrebbe atteso con nuove sfide e problemi.  
Infatti nell'estate 2011 avvenne una sorta di segno del destino: mi trovavo in montagna con Vito per una vacanzina di una settimana, ero talmente demoralizzata all'idea di dover continuare una storia a distanza con la disapprovazione dei miei genitori che mi sentii pronta a mollare tutto e rifugiarmi definitivamente nel grembo di questa madre adottiva che è Battipaglia, per cominciare una nuova vita. Mi preparai un discorso perfetto, proprio quando cercai di esporlo squillò il telefono: un nuovo e ottimo lavoro ben retribuito a Milano. Ed ecco che Battipaglia smise di chiamarmi a se, almeno per il momento. Infatti da luglio 2011 al capodanno 2013 Battipaglia ha avuto anche un'altra funzione: luogo di fuga non solo dai genitori oppressivi ma anche da lavoro stressante. Insomma era un'ancora di salvezza, la luce in fondo al tunnel, il mio effetto placebo. Poi io e Vito siamo andati a convivere a febbraio 2012, quindi almeno i miei genitori smisero di essere un problema (oggi sono quasi buoni, sarà stata la lontananza) ma Battipaglia era sempre lì per accogliermi per liberarmi degli stress lavorativi sempre più frequenti... Almeno sino a un paio di settimane fa, quando ho dato le dimissioni. Ora mi trovo a Battipaglia consapevole di vivere col ragazzo che amo e aver mollato un brutto lavoro per potermi dedicare a ciò che più adoro fare (disegnare), ieri notte sedendomi sulla spiaggia annusando l'aria di mare e guardando la luna sparire tra le nuvole non mi sono sentita depressa. Non ho avvertito quella brutta sensazione che di solito mi attanagliava, quel "oddio domani si ricomincia, mi sparerei", per la prima volta dopo 5 anni ho pensato "sono impaziente di ciò che mi aspetta al mio ritorno". Immagino sia felicità.

sabato 23 febbraio 2013

Freedom

Stamattina mi sono alzata con un bel pensiero nella mente. Un pensiero a cui, in realtà, non ho mai dato molta importanza sino a stamattina ma ora mi sembra una delle cose più belle che abbia mai provato.




L'anno scorso ho passato una settimana a Jesolo con amici, il posto era veramente caro come il fuoco, con localini inutili e con un mare perennemente sporco (ebbene sì, ho ceduto infine anche io alla vacanza "gggiovane"...ovvero i famosi posti esteticamente pessimi ma con la movida notturna, non accadrà più :P) ma nonostante tutto c'è stato un momento davvero significativo!
Arrivammo lì in macchina nel tardo pomeriggio, qualcuno del gruppo decise di andare subito nella casa che avevamo affittato per prepararsi per la cena e la serata mentre io, Vito e un altro amico decidemmo di fare un salto in spiaggia per inaugurare la vacanza. Sarà stato il crepuscolo che colorava la superfice del mare di un azzurro brillante e il cielo con un misto di blu e rosa, l'acqua calma senza nessuno nei paraggi che si facesse il bagno oltre a noi, sarà perchè ero lontana dalla mia solita routine... o magari è stato soprattutto il fatto che il mare per me, sino a quel momento, è stato sempre un luogo legato alla famiglia, i miei con l'auto decidevano sempre quando era il momento di andare in spiaggia e quando era ora di tornare (e la sera non ci siamo mai restati). L'idea di andare in spiaggia al crepuscolo mi ha dato una piacevole sensazione di libertà, ecco tutto :)

See ya!


(ps: so che a 23 anni suona come un discorso da adolescente, ma mai prima di allora ho avuto una spiaggia a disposizione a pochi metri da casa e quindi poter decidere di andare come e quando volevo io senza vincoli... capitemi :P)

domenica 10 febbraio 2013

DOMO MEA: Sa Sartilia

Quale occasione migliore di scrivere un post sui ricordi oristanesi se non nel suo periodo più festoso dell'anno? Sto parlando della Sartiglia, il carnevale di Oristano. Per chi non lo conoscesse faccio un riassunto: si tratta di una giostra equestre in cui cavalieri bardati e in costumi folkloristici sardi si esibiscono in evoluzioni a cavallo, ma per chi volesse approfondire di più può cliccare QUI .



Da bambina ho avuto solo un occasione di vederla, ci portò (a me e mio fratello) nostro -ormai arcinoto- zio Antonio. Ricordo tre cose in particolare: il torrone che si vendeva a chili tagliato selvaggiamente con la mannaia, un sacco di fieno per le strade e la spettacolarità delle evoluzioni dei cavalieri. A Oristano comunque, e in generale in tutta la Sardegna, non è semplicemente una festa: è  LA festa. È sentita come poche cose al mondo, emoziona. Basti pensare alla vestizione del Componidori (nella foto, il Signore della festa con la sua maschera androgina), che è accessibile solo a pochi eletti.

Siccome non avrei mai avuto un cavallo, né il mio costume folkloristico sardo (che si tramanda di madre in figlia ma sono l'unica sfigata con una madre che non ne ha mai avuto uno), un bel giorno nell'estate 2003 chiesi il permesso ai miei di resuscitare il decrepito Ciao di mia madre: ragnateloso, mezzo arrugginito e blu. Sino a quel momento era rimasto in un angolo del cortile di casa di nonna, sotto un capanno, inutilizzato per almeno una ventina d'anni. Ci è voluto un pochetto per convincerla ad usarlo, ma per fortuna zio Antonio è sempre stato in prima linea per difendere le monellate... Si propose quindi di andare a comprare "la miscela" per riportarlo in vita, e dopo varie pedalate, bestemmie (come d'usanza) e cazzotti ecco che... MEMEMEEEEEEE!!! Si mette in moto.
Io e mio fratello, emozionatissimi per il nostro primo (e anche ultimo) motorino senza targa, cominciammo a turno a fare giri intorno a casa di nonna. Tra parentesi, più mi accorgevo della sua lentezza più mi domandavo cosa avesse da temere mia madre! Seriamente era più svelto un triciclo!
Decisi che per godermi gli ultimi centilitri di benzina volevo fare qualcosa di grandioso: allora presi una foglia bella grossa da terra, ci feci un buco in mezzo, la appesi a un ramo in modo che penzolasse, strappai un vecchio ramoscello lungo e rinsecchito... E in sella al mio sputacchioso e ferrugginoso destriero mi cimentai in una corsa all'anello degna della più tarocca Sartiglia che Oristano abbia mai visto :P Ma fu divertente... Almeno fino a quando il Ciao mi disse -ciao!- definitivamente per tornare a marcire sotto il capanno.

Alla prossima :D

sabato 19 gennaio 2013

#3 Sweet Dreams

Improvvisamente, a bordo di un macinino d'epoca, mi trovo a girare per le campagne francesi di un quadro di Monet.


Tutto intorno è di un bel colore giallo rilassante, sono circondata da covoni e balle di fieno e siccome trovo il tutto molto artistico decido di fare delle foto col mio iPad. Scendo dalla mia auto per proseguire a piedi la mia gitarella fotografica e nel mezzo della campagna mi trovo a fotografare l'ingresso con scale e colonne della casa bianca, era un momento da immortalare dato che c'erano alcuni poliziotti che stavano togliendo di mezzo l'astronavicella di Mark Wahlberg come da finale ne "il pianeta delle scimmie". Ricordandomi quanto il film mi abbia fatto schifo cambio aria, improvvisamente mi vibra il cellulare, un mio vecchissimo compagno di classe mi ringrazia di avergli consigliato vari corti degli anni '40-'50 di Paperino e vorrebbe che gliene dicessi altri! Come si fa a tirarsi indietro, scrivo un altro sms di consigli ma il mio fidanzato (che era sempre stato lì a quanto pare) non è molto d'accordo che io faccia una cosa così sconveniente come consigliare corti a un'altro uomo... Quindi mi proibisce categoricamente di scrivere quell'sms. Mi accorgo di dover fare la pipì quando mi rendo conto che a casa dei miei genitori non esiste più un bagno... Il panico!



lunedì 31 dicembre 2012

The final Contdown



Si avvicina la fine del 2012, un anno pieno come non mai.
Non sarò tra quelle persone che scriveranno "questo è stato un anno di merda" e neanche tra quelle che scriveranno "è stato un anno bellissimissimo"... Sono una persona realistica, il 2012 è stato l'anno della crescita.
Un anno fa ero una persona molto diversa da quella che sono oggi, tanto per cominciare ero più ingenua... Pronta a buttarmi a capofitto sulle cose senza quasi pensarci, con molta impulsività. Ma sono felice di ciò, altrimenti ora non conviverei con la persona più importante della mia vita. Nessuno ci avrebbe mai creduto, una storia nata a 850 chilometri di distanza, come avremmo potuto durare? Eppure... :) Semplicemente se pensi che valga la pena verraà spontaneo impegnarsi, e quando ciò avviene non c'è distanza che regga.
Dall'11 di febbraio condividiamo lo stesso tetto e tutti gli impegni, le gioie e le difficoltà che ne conseguono...abbiamo ancora tanta strada da fare, abbiamo dovuto affrontare alti e bassi, ma per citare una frase di Morpheus "vi ricordo la cosa più importante di tutte: che noi siamo ancora qui!" Hahahah ok, magari è un po' decontestualizzata, di certo non sta per attaccarci uno sciame di seppie elettroniche, però spero abbia reso l'idea.

Un'altra notiziona importante accaduta quest'anno è stata l'inizio della collaborazione di Vito con la Disney, ma per scaramanzia non dirò nient'altro. Solo sono tanto fiera e felice :)

La notizia senza dubbio più triste dell'anno è stato il decesso di mia nonna, avvenuto a gennaio, si è spenta la sola nonna che abbia mai avuto (è stata una delle ragioni per cui ho voluto scrivere i miei post sardi su questo blog) e con lei tutte le dolcezze che solo una nonna può darti. Mi è dispiaciuto non poterle dire in tempo della mia convivenza, conoscendola, anche se di mentalità antica, avrebbe detto "se vi volete bene e issu esti un bravo piccioccu intzàndus andai beni".

Queste sono state senz'altro le cose più rilevanti successe quest'anno, buoni propositi per il 2013? Non abbandonare mai le mie passioni e farle fruttare, assolutamente.

Mentre mi godo i miei ultimi paio di giorni di ferie auguro a tutti un buon anno e un veglione degno di Fantozzi :D